Bianchi Granturismo

nome autore


Portava addosso i segni del tempo che passa e consuma.

Aveva dei graffi qua e l� e un po' di ruggine sui cerchioni. Sul mozzo del manubrio, l'impronta del seggiolino per lattanti, che vi era rimasto fissato per tre anni, prima che uno pi� grande prendesse il suo posto sul portapacchi posteriore.
Sulla canna erano saliti amiche, amici, fidanzati e poi mio figlio, quando lo accompagnavo a scuola il mattino.

Ci avevo attraversato la citt�, in lungo e in largo, di giorno e di notte, su e gi� dai ponti senza mani, sobbalzando sui sanpietrini e sull'asfalto rattoppato.
Un regalo di un fidanzato di tanti anni fa. Ci andavo al lavoro con la neve e con la pioggia e nelle giornate di sole a zonzo per le strade di campagna.
Per anni avevo eseguito personalmente le riparazioni alle camere d'aria e il cambio dei copertoni, finch�, un po' pi� vecchia, avevo deciso che aveva bisogno delle cure di mani pi� esperte.

Iniziai cos� a frequentare il negozio del signor Guido. Gliela affidavo per una notte e l'indomani la ritrovavo ben oliata e con il cambio a registro.

Era una Bianchi Granturismo.

Avevo deciso di non farvi alcun ritocco di vernice per lasciarla appositamente meno appetibile, che ora si prendono e si rivendono come merce comune. Invece mi aveva sempre fatto arrivare al cinema per vedere i film che non avrei mai pi� dimenticato.
Tre settimane fa, avevo voluto rifarle l'impianto luci e regalarle due pedali nuovi nuovi.
Era la bicicletta dell'adolescenza tardiva e della maturit� avventurosa.

L'ho appoggiata a un muro e qualcuno se l'� portata via.




Torna all'indice dei racconti

Benvenuto
Contatti
Mappa del sito
Ricerca su Manuscritto.it
News

Sito creato da manuscritto.it � 2002 - Tutti i diritti riservati.